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A Bari il convegno su Don Bosco richiama oltre 200 educatori

01/02/2013

Il viaggio condotto da Giulio Carpi attraverso la rilettura della Lettera da Roma del 1884 ha coinvolto tante giovani ed adulti alla riscoperta dei segreti educativi del grande Santo, oggi più che mai attuali

“Uno solo è il mio desiderio, quello di vedervi felici nel tempo e nell’eternità.” (don Bosco).

L’educazione alla fede dei giovani ha come obiettivo il raggiungimento della piena realizzazione di sé, e questo avviene solo quando si è felici. L’educatore è tale se diventa collaboratore della gioia dei giovani, o, per usare un’espressione tanto cara a don Tonino Bello, quando è capace di farsi cireneo della gioia, sostenendo e alimentando la felicità dei giovani, ma anche accompagnandoli verso la gioia vera, che sa poggiare i piedi per terra, lanciando tracce verso l’eternità.ù

Così, con un pensiero a ciò che sarà la gioia in Paradiso, si è tenuto il Convegno Educatori sulla figura di un grande uomo, prete, educatore: san Giovanni Bosco, dal titolo “Che conoscano che tu li ami. L’educazione nel cuore, nella mente, nel volto di don Bosco”, che il Servizio per la Pastorale Giovanile dell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto ha organizzato, martedì 29 gennaio, presso la parrocchia san Marcello in Bari.

L’incontro è stato guidato in modo coinvolgente e appassionato da Giulio Carpi, pedagogista, formatore, giornalista, presidente di CREAtiv ed ha chiamato a raccolta più di 200 educatori che si sono avventurati nelle attuali e profetiche dinamiche pedagogiche ed educative che la famosa “Lettera da Roma del 1884” lancia ancor oggi.

Questa è considerata un INNO  alla carità educativa di alto livello. Al tempo della scrittura Don Bosco è a Roma assillato da problemi finanziari per la costruzione della Chiesa del Sacro Cuore, preoccupato di dare stabilità e unità alla sue opere e contemporaneamente di rafforzare lo stile educativo proprio del suo sistema preventivo.

In questo contesto scrive ai suoi giovani ed ai loro educatori, stimolandoli a ritrovare il cuore più profondo dei loro gesti che prima erano approntati alla familiarità, alla confidenza, all'affetto ed alla ricerca della valorizzazione dei talenti dei ragazzi, e che adesso cominciavano a latitare!

“E’ stato un viaggio coinvolgente e molto stimolante – dichiara Don Michele Birardi Vice Responsabile del Servizio di Pastorale Giovanile dell’Arcidiocesi di Bari -  attraverso i temi della preziosissima lettera per entrare nel proprio cuore per sentir dentro il cuore dei ragazzi e giovani loro affidati per poter far emergere i talenti seminati, a volte, nascosti nella storia di ciascuno. Diventa importante il cammino di gruppo, nello stile dell’amorevolezza e della familiarità, parole care a don Bosco; ma anche l’accompagnamento personale, nello stile dell’amare ciò che i ragazzi amano perché questi sappiano di essere amati, per stabilire un rapporto di fiducia, che apre alla fede in Dio.

Per questo vogliamo educare mettendoci il cuore per accendere amore; vogliamo educare mettendoci la testa per intuire la speranza; vogliamo educare mettendoci la faccia per dire sì alla vita! Educatori nati sotto il segno di san Giovanni Bosco”.

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